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Lu Brandali: i nuragici al mare

Santa Teresa di Gallura:
il complesso nuragico di Lu Brandali

Abituati a ritrovare nuraghi e antichi villaggi in cima a colline, montagne e punti di controllo del territorio, ci sembra quasi strano vedere che il sito archeologico di Lu Brandali si affaccia in una delle spiagge più belle del Nord Gallura: Capo Testa. Questo testimonia ancora una volta la capacità di adattamento che i nuragici avevano rispetto al territorio. Lu Brandali è tra gli itinerari del Nord Sardegna che consigliamo a tutti i visitatori.

Non un semplice villaggio

Lu Brandali è un termine in gallurese, ormai in disuso, che identifica il “treppiede” usato in cucina. Sembra che nel corso dei secoli Lu Brandali sia stato più di un semplice luogo di residenza e di sepoltura. Era difatti un punto di controllo importante delle attività agro-pastorali e del mare. La struttura dell’insediamento ci ricorda la classica tipologia d’insediamento nuragica: nuraghe, villaggio e tomba dei giganti. L’impianto del villaggio è databile all’età del Bronzo recente e nella parte finale del Bronzo (prima età del Ferro).

Struttura dell’insediamento

Durante la visita si noterà quasi da subito una torre arroccata che è posta su un masso di granito isolato e in posizione elevata e difensiva. La torre è protetta da un muro a cortina che intorno ai massi di granito crea altre torri circolari. Una di queste torri è stata convertita in un forno per la calce durante l’età moderna come dimostrano: le pareti interne oramai rosse a seguito del calore. Si entra nell’area protetta attraverso un ingresso sormontato da un architrave: da qui si giunge alla torre principale, costruita direttamente sulla roccia naturale.

La muratura originaria è ormai crollata, ma presenta un’insolita sorpresa datato alla Seconda Guerra Mondiale. Il territorio di Santa Teresa di Gallura durante la Grande Guerra è stato interamente fortificato con speciali fortini militari e il sito di Lu Brandali è stato adattato in qualità di punto di avvistamento militare. Qui si accedeva dal versante opposto attraverso una scala: da qui si dominava il mare, i suoi approdi e l’abitato sottostante. 

Il villaggio di capanne

Il villaggio di capanne si trova ad est del complesso nuragico. Il materiale della struttura è un’amalgama di malta di fango e scaglie di pietrame che restituiscono forme irregolari, anche a causa della roccia che emerge dalla terra. La muratura qui è fatta di blocchi di granito e pietre calcaree. Nel villaggio di capanne ritroviamo spazi abitativi, laboratori, dispense e cucine, mentre all’esterno, a testimonianza di ciò, raccolte di rifiuti domestici. Da ciò si è potuto capire quale fosse l‘alimentazione dei nuragici, ovvero prodotti di terra e di mare. Non a caso troviamo resti di pasto quali ossa di bovino, ovicaprini, uccelli, valve di conchiglie (patelle), e parti osse di pesci.

 

Tra gli ambienti scavati emerge una capanna di forma ellittica: qui troviamo un piano di lavoro che conteneva argilla. Nella parete est invece ritroviamo curiosamente una scodellina piena di sabbia, probabilmente sabbia di mare, e un pestello in granito. Sappiamo che i contenitori in ceramica si realizzavano con un mix di argilla e acqua che, per evitare la rottura del vaso, nelle fasi di essiccazione e cottura, veniva rifornita di sabbia, quarzo e altri minerali tipici del territorio gallurese. Forse all’interno del vano della capanna, si procedeva alla creazione di vasi in ceramica. Altri ritrovamenti sono caratterizzanti e li troviamo all’interno della struttura gestiva dalla cooperativa CoolTour. Si tratta di tegami, pettini, brocche e un pugnale in bronzo.

La tomba dei giganti di Lu Brandali

In un’area tra il villaggio di capanne e il complesso nuragico, si trovano una ventina di tafoni, alcuni utilizzati come abitazione e come sepoltura. Non casuale è quindi il ritrovamento di materiale identico a quello ritrovato nella tomba dei giganti che si trova a circa 100 metri da quest’area.

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La tomba dei giganti è formata da una parte principale che racchiude un corridoio rettangolare protetto da una muratura, pavimentato in precedenza con lastre di pietra. L’esedra qui era probabilmente a filare con lastre infilate a coltello nel terreno. Durante gli scavi sono emersi numerosi resti scheletrici umani e notevoli reperti nella parte dedicata alle cerimonie. Si tratta di alcune parte di una collana in ambra, un anello in bronzo, di un pendaglio, e forme ceramiche. 

Orari di visita

Si può visitare il sito archeologico Lu Brandali grazie alla Cooperativa CoolTour, tutti i giorni col senguente orario: 09:30 – 18.00. Per ulteriori informazioni: