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Museo del Sughero a Calangianus

Museo del Sughero a Calangianus

Il Museo del Sughero a Calangianus è uno dei Musei più importanti della Gallura e del Nord Sardegna. La raccolta di macchinari antichi di fine 1800 e moderni, la rappresentazione delle varie fasi di raccolta, estrazione e lavorazione del sughero, dimostrano quando il sughero rappresenti uno dei volti della Sardegna.

All’interno del Museo del Sughero possiamo ritrovare video-installazioni, profumi e antiche fatiche della capitale del Sughero, Calangianus, ritratta nei volti dei suoi artigiani e dei suoi operai, oltre al tipico paesaggio gallurese.

Il Museo del Sughero a Calangianus si trova all’interno di un ex convento dei Frati Cappuccini. Il Museo è stato creato ufficialmente nel 2011 ed è stato reso fruibile nel 2012. Al suo interno si trovano:

  • numerose stanze allestite con macchinari portoghesi, marsigliesi e galluresi, avuti attraverso numerose donazioni; 
  • foto che ritraggono la lavorazione del sughero e del territorio
  • usi alternativi del sughero (laboratori)
  • sala conferenze
  • oggetti della quotidianità in sughero
  • articoli acquistabili dei vari artigiani di Calangianus

Il Museo del Sughero è aperto dal lunedì al sabato; domenica su prenotazione. Il costo della visita è di 4€ con vari sconti per gruppi e bambini

L’oro verde di Calangianus: Quercus suber

Quercus suber o quercia da sughero è una pianta di:

  • portamento vigoroso,
  • chioma verde chiara,
  • corteccia screpolata e fessurata,
  • foglie persistenti da uno a tre anni, dentate e spinose
  • fiori maschili piccoli,
  • fiori femminili riuniti in spighe erette,
  • ghiande ovali, allungate

Come avviene la lavorazione del sughero?

La corteccia della sughera si forma per strati annuali distinti che compaiono dall’età di 4 o 5 anni, e col tempo, possono raggiungere uno spessore di 20-30 cm. Nella formazione della corteccia e nella sua qualità influiscono la natura dei suoli e le condizioni ambientali: nelle zone molto battute dal vento le piante non riescono a svilupparsi adeguatamente e il sughero resta sottile. La prima lavorazione del sughero o estrazione del sughero (demaschiatura) avviene in un periodo compreso tra i 25 e i 30 anni di vita della pianta, quando il fusto ha almeno 60 cm di circonferenza (misurato a petto d’uomo) e si ha la sicurezza che la pianta sia in grado di superare il trauma derivante dal trattamento.

Il sughero prodotto dalla demaschiatura è detto sugherone o “sughero maschio” e appare di qualità grossolana, poroso e terroso: insomma, è inadatto alla produzione di tappi da sughero! Dopo 10-12 anni si ricava il “sughero femmina” più leggero, compatto e uniforme, elastico. Il prodotto migliore è quello ricavato da alberi di età media. 

Quando si estrae il sughero?

L’estrazione del sughero viene praticata tra maggio e agosto, in un periodo di minore attività linfatica, facendo attenzione a non danneggiare il fellogeno (il tessuto vegetale da cui si forma il sughero). 

Come si estrae il sughero?

Si procede praticando con un’accetta speciale (piòla) due incisioni circolari in modo da formare una collana (cuddhana), in alto (in corrispondenza della biforcazione dei rami) e in basso, e una o due verticali, in modo da favorire il distacco della corteccia nelle caratteristiche plance che vengono avviate al processo di lavorazione.

Il tronco appena decorticato presenta un colore rosso sangue che tende a scurirsi col passare del tempo fino a divenire marrone scuro. Anticamente si trasportava il sughero in spalla e sui carri a buoi fino al paese.

Come viene lavorato il sughero?

Innanzitutto dopo l’estrazione, comincia la fase di stagionatura naturale. Le plance di sughero vengono lasciate nei cortili delle fabbriche, esposte a vento e pioggia, ovvero i fattori determinanti della stagionatura che dura un anno.

plance sughero, museo del sughero a calangianus

Dopo un anno si comincia con una prima selezione, e poi parte la bollitura. La bollitura del sughero avviene all’interno di vasche in cui il sughero torna ad avere la sua elasticità e viene pertanto appiattito. Le plance di sughero appiattite sono la base di lavorazione da cui si ricavano i quadretti, l’abbozzo del futuro tappo.

I momenti successivi della lavorazione vengono gestiti dalle macchine che trasformano l’abbozzo in un prodotto finito (lavato e disinfettato). I tappi sono sempre sottoposti ad un controllo di qualità. Quelli scartati vengono sottoposti ad un’altra fase di lavorazione.

Quanti kg di sughero si ricava da una pianta giovane?

Da una pianta giovane si ricavano circa 15 kg di corteccia che diverranno ben 50 kg quando l’albero avrà 50 anni, mentre un esemplare centenario arriverà a produrne anche 200 kg

Abiti in sughero? 

Tutto è possibile. A Tempio Pausania, in via Roma 34, è possibile visitare l’atelier di Anna Grindi. Il suo inesauribile lavoro di ricerca l’ha portata a brevettare un tipo di pelle vegetale Suberis, totalmente ecologica e diventata famosa in tutto il mondo. Oggi è molto richiesta non soltanto per gli abiti, ma anche per i rivestimenti interni delle barche. Ecco la storia di Anna Grindi.